Questa affermazione sembra confermata da una certa somiglianza tra le pene infernali dipinte da Giotto e quelle che Dante descrisse nella sua Divina Commedia, per esempio quel dannato che sporge con meta del corpo dalla bocca del demonio Lucifero. II Selvatico, esimio scrittore d'arte padovana, nego questa tradizione, rilevando nel lavoro giottesco, accanto alle poche somiglianze, enormi dissomiglianze tra il grande eterno poema dantesco e quel dipinto di Giotto. Pero le date della permanenza dei due sommi a Padova coincidono esattamente tra loro, e non e quindi da escludersi del tutto la possibilità di questa cooperazione, dato anche che eravamo nel medioevo, epoca in cui ben pochi avevano conoscenze letterarie e tanto meno i pittori che cominciavano a imparare l'arte loro nella bottega di un altro pittore che era quasi sempre analfabeta.
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